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Lettera di ASATI al Presidente del Consiglio Matteo Renzi
Lettera di ASATI al Presidente del Consiglio Matteo Renzi


04-03-2015  | Allegato Lettera aperta del 4 Marzo 2015 al governo e altri.pdf Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

In riferimento alle decisioni assunte ieri dal Governo sul tema larga banda e sulla digitalizzazione del Paese, Asati esprime un vivo apprezzamento per aver recepito l’opportunità di abbandonare...

Lettera aperta

Al Presidente del Consiglio Matteo Renzi
Al Sottosegretario On. Giacomelli
Al Vice Segretario Generale di palazzo Chigi Tiscar
Al dott. Itzhak Yoram Gutgeld
Al dott. Andrea Guerra
Al Presidente Commissione Trasporti della Camera Michele Pompeo Meta
Al Presidente Commissione Industria del Senato Sen. Massimo Mucchetti
AGCOM
Dott. Angelo Marcello Cardani Presidente AGCOM.
Dott. Antonio Nicita Commissione per le Telecomunicazioni
Dott.Antonio Preto Commissione per le infrastrutture e le reti

p.c. Telecom Italia S.p.A.
Presidente Dott. Giuseppe Recchi
Amministratore Delegato Dott. Marco Patuano
Componenti CDA
telecomitalia@pec.telecomitalia.it
corporate.affairs@telecomitalia.it

Oggetto: Asati sul documento della Larga banda del Governo del 3 Marzo 2015: un obiettivo così sfidante, accesso a 100Mbits al 50% della popolazione al 2020, non può essere centrato con la strategia proposta dal Consiglio dei Ministri di ieri e indichiamo qui di seguito i motivi.

In riferimento alle decisioni assunte ieri dal Governo sul tema larga banda e sulla digitalizzazione del Paese, Asati esprime un vivo apprezzamento per aver recepito l’opportunità di abbandonare l’obbligo dello switch off della rete in rame e, in particolare, l’imposizione di scelte tecnologiche lasciate al libero mercato degli operatori e l’obbligo per un concessionario di fornire a tutti nel Paese il servizio a 30 Mbit/s ( servizio universale). Le decisioni prese sono in sintonia peraltro con quanto sottolineato da Asati con la lettera inviata il 2 marzo alla Presidenza del Consiglio(link).

Facciamo presente che se nel 2016, come indicato dal piano, il Paese avrà il 60% delle abitazioni connettibili a 30 Mbit/s con la soluzione architetturale della rete FTTC, contro l’80% dell’Europa , questo risultato sarà quasi esclusivamente attribuibile agli enormi investimenti che farà Telecom Italia (che ha già collegato alla banda ultralarga la clientela di oltre 140 città) senza alcun aiuto pubblico ma con le risorse della società e dei suoi azionisti che nel 2014 hanno rinunciato a percepire il dividendo per permettere investimenti che in più favoriranno anche l’indotto e l’occupazione nel Paese.

L’obiettivo sfidante al 2020 - cioè quello di “domani”, analizzati i tempi medio-lunghi necessari per la realizzazione di una rete fissa così complessa – mirato a dare il 100 Mbit/s al 50% di abbonati, può essere realizzato solo da chi oggi in Italia ha competenze, know-how, capacità di progettazione , realizzazione, esercizio e manutenzione di reti nazionali così complesse e innovative, gestione amministrativa, dialogo di reti di trasmissione con i data center, ecc. L’assicurazione di garantire la sicurezza della rete a livello nazionale e la sua completa realizzabilita’ in tempi brevi è presente solo in Telecom Italia.

Di contro se il coordinamento e l’operatività di un progetto così sfidante, che ha effetti sicuri sul PIL del Paese, fosse suddiviso tra Presidenza del Consiglio, COBUL ( Comitato per la diffusione della larga banda), Infratel, AGID( Agenzia per l’italia digitale), Ministero per le politiche Agricole, AGCOM, Agenzia per la Coesione, MISE, Regioni e Province Autonome, ANCIe , infine, il Digital Champion presso la Presidenza del Consiglio, renderebbe sicuramente irraggiungibili tempi , obiettivi supersfidanti e possibilità di successo al 2020.

Asati ripropone i propri suggerimenti che assicurerebbero il successo dei corretti obiettivi posti dal Governo:
- Dal momento che le risorse disponibili dalla Comunità Europea (4.4 M.di dal FESR, e 5 M.di dal FSC) potrebbero essere come nel passato rispetto ai tempi stretti per rispondere alle necessità del Paese, dilazionati temporalmente (oggi non c’è certezza sui tempi dell’erogazione e quindi della loro disponibilità operativa), l’unica soluzione per quanto si è detto è quella che CDP immetta risorse adeguate direttamente in TI, con una ferrea Governance e che sia assicurato a tutti gli operatori un equivalence of input e output e che le stesse risorse vadano a completare gli ingenti investimenti già riportati nel piano industriale di Telecom Italia per realizzare e anche superare se possibile gli obiettivi indicati dalla Ue per il 2020.

- Il Governo, con tutte le strutture indicate nel piano, non dovrebbe affidare a una Società costituita da solo qualche decina di persone un compito così complesso che, riteniamo, non riuscirà a realizzare.

- Bene invece lo stimolo dato nel documento sulla digitalizzazione dell’intera Pubblica Amministrazione giacché il divario misurato oggi pone il Paese agli ultimi posti nella classifica della Comunità Europea e anche perchè i primi clienti di questa molto elevata banda disponibile, 100 Mbit/s, dovrebbero essere, come già autorevolmente sottolineato, Ministeri, uffici pubblici, ospedali, scuole, tribunali, strutture per la salute pubblica, Regioni, polizia, Comuni , ecc. Il Governo dovrebbe fin da oggi impegnarsi, a nostro avviso; è ben certo, infatti, che nel 2020 diverrà pressante la richiesta di prestazioni in sintonia con le esigenze della popolazione. Se viceversa si accumulassero nuovi ritardi, questo imponente e ambizioso programma finirebbe per avere, temiamo, una valenza solo di facciata ma finirebbe per non centrare gli obiettivi proposti e lascerebbe ancora il Paese indietro rispetto alle altre realtà nazionali.

- Su chi ancora avesse dubbi su un intervento di CDP direttamente su TI,solo a titolo di esempio ci risulterebbe che la CDP Francese partecipa con il 3.5% in Vivendi di cui il socio di maggioranza e’ Bollore’ con 8.15%, e che la soluzione da noi proposta scongiurerebbe qualsiasi intento di scalate ostili sulla Societa’ da parte di Paesi Extracomunitari e che Sparkle posseduta al 100% da TI ha una delle reti in fibra ottica intercontinentale piu’ estesa e piu’ importante al mondo che potrebbe far gola a molti, mettendo cosi’ in sicurezza una rete strategica per il Paese oltre a salvarne completamente l’occupazione e l’indotto.

Per Asati
Il Presidente
Ing. Franco Lombardi
Roma 4 Marzo 2015
   
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