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Asati chiede che sia convocato immediatamente un CDA straordinario per verificare se esistono ancora le condizioni per lo scorporo della rete.
Asati chiede che sia convocato immediatamente un CDA straordinario per verificare se esistono ancora le condizioni per lo scorporo della rete.


15-07-2013  | Allegato 14  07 13 decisione Agcom 2.pdf Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

Lettera al Consiglio di Amministrazione di TI

Lettera al Consiglio di Amministrazione di TI
p.c. Agcom. Presidente e Commissari
Presidente del Consiglio dei Ministri
Ministro per lo Sviluppo Economico
Presidente Commisione Europea TLC Nelie Kroes
Consob

Oggetto: Asati chiede che sia convocato immediatamente un CDA straordinario per verificare se esistono ancora le condizioni per lo scorporo della rete.


La decisione presa dall’Agcom l’11 luglio scorso, volta a ridurre in misura non marginale tutti i canoni mensili wholsale su rame oggi pagati dagli operatori alternativi per facilitare l’accesso dei loro clienti per l’accesso alla rete TLC, ha disorientato e allarmato in particolare tutti i piccoli azionisti della Societa’.
Con la delibera, gia’ notificata alla Commissione Europea, per la formulazione del suo parere, è stato ridotto, retroattivamente dal 1 gennaio 2013, il canone dell’unbundling , il bitstream , il WLR (il noleggio delle linee in rame) ed è stato anche annunciato che, in settembre, sarà presumibilmente ritoccato il prezzo attuale del VULA (la connessione “virtuale” alla rete dalla centrale telefonica alle abitazioni degli utenti).
Il giorno successivo al comunicato dell’Agcom si è verificato purtroppo già un primo effetto della delibera: la decisione annunciata è stata, infatti, quasi certamente la causa della riduzione del 4,73% della quotazione in borsa del titolo, rendendo quindi ancor più improbabile e lontano un recupero significativo del valore delle azioni, che ormai vicine al minimo storico fanno di TI una facile preda per operatori non Europei a prezzi di saldo.
Lascia poi interdetti la decisione dell’Agcom di ridurre il canone dell’unbundling, in netta contrapposizione con le decisioni assunte in altri Paesi Europei dove il canone e’ rimasto stabile ovvero e’ stato aumentato, in linea con i principi della proposta raccomandazione della Kroes.Vale la pena ricordare che il principio fondamentale posto alla base della raccomandazione e’ di incentivare gli investimenti sulle nuove reti garantendo adeguata redditivita’ ai servizi di accesso rame e fibra.

È verosimile quindi ritenere che lo scenario delineato dall’Agcom possa causare in Italia una riduzione (fino al blocco) degli investimenti, in particolare di quelli mirati alla realizzazione della nuova rete a larga banda, con impatti negativi e non marginali sia sullo sviluppo economico del Paese (come del resto messo in luce dalla Banca Centrale Europea che lega il 10% di penetrazione della banda larga a un incremento del PIL superiore all’1%) sia in termini di attività affidata all’indotto - imprese di rete e società manifatturiere - che attendono l’avvio della realizzazione della nuova rete per far riprendere il lavoro a propri dipendenti ora in cassa integrazione.
Né d’altra parte potrà essere previsto che investimenti di rilievo nella rete fissa siano programmati dagli operatori alternativi che, ricordiamo, a giugno del 2010 presentarono il piano “Fibra per l’Italia” che avrebbe dovuto creare una rete di accesso alternativa nel Paese. Ma che poi rinunciarono (silenziosamente) al programma preferendo acquisire la clientela - che oggi nei centri di loro interesse, le grandi città, risulta essere maggiore del 60% - con modesti investimenti (del tutto marginali) basati sostanzialmente sull’affitto delle linee di Telecom I canoni sono di molto più convenienti economicamente.
Da ultimo, a parere di Asati, la decisione dell’Agcom incide profondamente in uno degli asset fondamentali della Società, rendendo più critico il progetto di separazione societaria deliberato dal CDA a fine maggio di quest’anno. L’approvazione definitiva della delibera potrebbe indurre,infatti, ad abbandonare il percorso intrapreso da Telecom Italia - oggi al vaglio dell’Autorità - con evidenti danni anche per la diffusione dell’offerta della banda ultralarga agli utilizzatori finali e quindi per la modernizzazione del Paese, in linea con gli obbiettivi posti dall’Agenda digitale Europea e fatti propri dall’Italia con il decreto legge”crescita 2.0”.
In attesa del parere della Commissione Europea sulla delibera, Asati auspica che l’Agcom, anche sulla base delle considerazioni sopra esposte, riveda le proprie decisioni e che a livello politico si apra in Italia un dibattito volto a valutare le conseguenze delle attuali decisioni,che se ratificate,comporteranno inevitabilmente riflessi molto negativi sulla dinamica degli investimenti e dell’occupazione.

Per Asati
Il Presidente
Ing. Franco lombardi
Roma 15 luglio 2013
   
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