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Lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi
Lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi


12-03-2015  | Allegato Integrazione del 12 03 2015 a lettera governo.pdf Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

Togliere dai decreti attuativi la norma anti Telecom Italia sui benefici fiscali

Lettera aperta

Al Presidente del Consiglio Matteo Renzi
Al Sottosegretario On. Giacomelli
Al Vice Segretario Generale di palazzo Chigi Tiscar
Al dott. Itzhak Yoram Gutgeld
Al dott. Andrea Guerra
Al Presidente Commissione Trasporti della Camera Michele Pompeo Meta
Al Presidente Commissione Industria del Senato Sen. Massimo Mucchetti e sen Mattioli
AGCOM
Dott. Angelo Marcello Cardani Presidente AGCOM.
Dott. Antonio Nicita Commissione per le infrastrutture e le reti e dott. Preto
p.c. Telecom Italia S.p.A.
Presidente Dott. Giuseppe Recchi
Amministratore Delegato Dott. Marco Patuano
Componenti CDA e General counsel
telecomitalia@pec.telecomitalia.it
corporate.affairs@telecomitalia.it


Oggetto : Togliere dai decreti attuativi la norma anti Telecom Italia sui benefici fiscali


Asati prende atto con soddisfazione che talune criticità sollevate con la nostra lettera del 2 Marzo 2015 al Governo sono state superate
Infatti, il Sottosegretario On. Giacomelli, nel corso della Audizione tenutasi lo scorso 10 marzo al Senato sulla strategia italiana per la banda ultralarga, ha precisato che il Governo, per quanto riguarda il principio della neutralità tecnologica, non sposa una particolare tecnologia essendo aperto a diverse soluzioni e che non intende assolutamente imporre passaggi obbligatori, con scadenze predefinite, dal rame alla fibra, né tanto meno espropri delle infrastrutture private esistenti.
L’On. Giacomelli ha, inoltre, fatto presente che il Piano strategico del Governo è slegato da una filosofia dirigista, ma prevede incentivi statali per sostenere il necessario sviluppo tecnico e favorire il passaggio degli utenti alla n uova tecnologia.
E’ proprio sugli incentivi che rimane ancora aperto un passaggio particolarmente critico, che si trova nell’ultima versione del Piano strategico , laddove viene precisato che non sarebbe possibile “ipotizzare il controllo integrale da parte di un operatore integrato su tutta la nuova rete sovvenzionata con aiuti pubblici”.
Qualora il divieto di accesso al finanziamento pubblico dovesse applicarsi a Telecom Italia, porterebbe senz’altro ad una discriminazione del tutto ingiustificata ed arbitraria, contraria anche alle regole comunitarie.
Se, poi, del finanziamento pubblico dovesse beneficiare la sola Metroweb verrebbe alla luce ancor di più un palese conflitto di interessi tra chi scrive le regole e a chi le regole vengono applicate in questo caso alla stessa Metroweb partecipata in maggioranza dallo Stato.Sulle dichiarazioni poi di Bassanini ( regolatore e giocatore) “ l’antitrust porrebbe dei problemi se l’acquisto del 51% di Mtroweb avvenisse da TI” ci parrebbe un paradosso da Paese sottosviluppato. Infatti di contro invece Antitrust , Agcom e Comunita’ Europea non porrebbero alcun problema sia per la delibera solo a favore di Metroweb per i benefici fiscali sia perche’ le regole le ha dettate il Governo, favorendo di fatto una sua azienda ma danneggiando la piu’ grande azienda Italiana, una bella regola nel libero mercato..Piu’ volte in tutti i nostri incontri con i rappresentanti del Governo , prima Patroni Griffi, recentemente con Tiscar abbiamo consegnato corposi documenti che dimostravano nei fatti che senza TI la rete non si fara’ entro il 2020, anzi il 75% lo fara’ TI ballando da sola, ora ci rallegriamo che l’unico consulente di Renzi, Guerra, che ha avuto una grande esperienza industriale in campo la pensi come Asati.
Infine, penalizzando Telecom Italia, si colpirebbe l’unico operatore che ha partecipato alle gare pubbliche per i progetti Eurosud e che investirà, con il piano 2015-2017, circa 10 miliardi di euro , assicurando una copertura, a fine 2017, del 75% della popolazione con fibra ottica e oltre il 95% della popolazione con la rete mobile 4G, posizionandosi quale leader dello sviluppo infrastrutturale del Paese.
Asati, quindi, confida in un intervento del Governo, affinchè sia garantita parità di accesso ai finanziamenti pubblici per tutti gli operatori e quindi ponga il corretto intervento sull’argomento prima di emettere i decreti attuativi.
Per quanto poi riguarda le ulteriori precisazioni del sottosegretario Generale di Palazzo Chigi, dott. Tiscar da sue recentissime dichiarazioni “ la discussione sulla rete in rame non deve essere un tabu “ a differenza di dichiarazioni e affermazioni che non hanno un senso industriale riportiamo in allegato una panoramica dello scenario europeo da cui si evince che per la maggior parte dei paesi la situazione scelta e’ ancora FTTC per cui sulla vita del rame, analizzati gli ultimissimi risultati tecnologici la discussione su una sua eventuale fine dovra’ essere rimandata illo tempore .

Precisazioni sullo scenario Europeo e commenti
• Alcuni Paesi hanno dovuto ricostruire la rete di accesso e quindi l'hanno realizzata tutta in fibra (Paesi Baltici, Russia, Romania, Ungheria, Slovacchia,....).
• La Spagna non ha gli armadi nell'accesso (rete rigida) Ha dovuto perciò adottare l'FTTH.
• Olanda e Francia erano partiti a cavallo del 2010 con la realizzazione di una rete FTTH ma poi hanno abbandonato quel progetto perché più costoso e ora realizzano l'FTTCab (tranne che nelle zone dove avevano cominciato a realizzare una rete ottica e quindi hanno dovuto completare in quelle aree la posa delle fibre fino alle abitazioni. I dati ufficiali più recenti della Francia sono riportati nel terzo allegato. In Olanda poi la posa delle fibre è molto semplice perché la maggior parte del Paese è sottratta al mare e il sottosuolo è tutto con materiale di riporto.
• Portogallo e Slovenia avevano puntato a una rete tutta ottica (con i soldi della comunità il Portogallo, con i proventi del pedaggio autostradale la Slovenia), ma poi per la crisi economica europea hanno dovuto bloccare le realizzazioni. In più in Portogallo la risposta dell'utenza era stata modesta.
• Il paese con la più alta risposta alla FTTH tra quelli con una rete tradizionale è la Svezia. L'interesse per le terminazioni in fibra in Svezia è dovuto al fatto che interi quartieri sono costituiti da mini appartamenti (studio) in complessi residenziali sono dati in affitto e nell'offerta di localizzazione viene messo in evidenza la presenza di una terminazione ottica nell'alloggio. Il gestore degli immobili realizza la rete dall'esterno dei quartieri residenziali a sue spese e riceve dagli operatori una parte dei canoni pagati alle società telefoniche.
• In Finlandia è stato avviato di recente un piano governativo per la trasmissione a banda ultralarga prevalentemente però di tipo wireless (Serve per portare il segnale nei tanti piccoli villaggi del Paese).
• Da ultimo non può essere dimenticato che nei Paesi dove è presente una rete in cavo per la diffusione televisiva (CaTV) con l'aggiunta di un dispositivo (Docsis) che ha un costo modesto presso l'utente e con una predisposizione in centrale può essere offerto un down-link di 100 Mbit/s. La presenza di questa offerta spiega da un canto i numeri alti che si leggono nelle classifiche europee per alcuni Paesi e la necessità per gli operatori tradizionali a realizzare rapidamente una rete a banda ultralarga. In altre parole ogni Paese ha una sua storia e le graduatorie che vengono mostrate dalla stampa andrebbero pesate con i fattori locali che hanno portato a quei numeri.


Per Asati
Il Presidente
Ing. Franco Lombardi
Roma 12 Marzo 2015
   
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