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Scorporo, stavolta conviene (intervista a Franco Lombardi)
Scorporo, stavolta conviene (intervista a Franco Lombardi)


20-05-2013  | Allegato Corcom_7(Lombardi).pdf Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

La proposta dei piccoli azionisti «A Cdp il 25% delle quote»

La maggioranza delle newco della rete in mano a Telecom Italia? Un errore». Franco Lombardi, presidente di Asati, non usa mezzi termini per commentare la possibilità che resti in capo al gruppo il 51% della società eventualmente nata dallo scorporo.

Perché sarebbe un errore?
Perché non sarebbe automaticamente “spianata” la strada all’approdo, quale azionista di riferimento, di H3g nel capitale di Telecom: la golden share permetterebbe allo stato di loccare l’operazione o di condizionarla. Inoltre obbligherebbe TI a consolidare il debito della newco.

Asati cosa propone?
Da quel che si apprende, sembra che ora queste condizioni si stiano verificando. Se
così fosse, quanto meno in linea di Di mettere in borsa il 47% di Open Access, con le strutture passive e civili di Tlc, l’elettronica di accesso per la rete Ngn, gli asset passivi del
backbone e i sistemi di alimentazione e condizionamento. Alla Cdp sarà riservata una quota del 25% e ai dipendenti una quota del 3%, immessa in una apposita Sicav. Telecom
manterrà una quota importante del 25%. Il 47% immesso sul mercato potrà anche essere
sottoscritto dagli attuali azionisti che daranno in cambio le loro azioni ordinarie e di risparmio, annullate poi dalla società. In questo modo si attuerebbe una operazione efinita Opv-S (Offerta Pubblica di vendita-scambio) che garantirebbe tutti gli azionisti. Effetti positivi ci sarebbero anche per il sistema Paese che potrebbe finalmente intraprendere un percorso più rapido verso il rafforzamento delle infrastrutture di rete mentre Telecom avrebbe la possibilità di raccogliere dal mercato significative risorse finanziarie senza
compromettere la sua attività principale. Altro dossier delicato, strettamente legato allo spin off, è quello dell’integrazione Telecom-3 Italia. I cinesi vogliono il 29,9% del capitale.

Cosa pensate in merito?
Secondo l’ufficio studi di Asati, che ha considerato perimetri omogenei finanziari, il valore di
H3g Italia può essere rapportato intorno al 5% del capitale sociale di TI.

Questo che vuol dire?
Che in cambio dell’azienda H3G l’azionista Hutchison Whampoa riceve la suddetta quota
azionaria di Telecom già a disposizione del Cda che potrà avvalersi della delibera assembleare dell’aprile 2009. Oltre alle sinergie vanno ovviamente esaminate le eventuali
ripercussioni sul piano occupazionale delle due società.

Ma i cinesi rimarrebbero lontani dalla quota a cui puntano…
Con l’operazione indicata, Hutchison Whampoa cederebbe H3G Italia in cambio del 5%
delle azioni TI. L’aumento della quota azionaria in TI dovrebbe avvenire tramite un’Opa
“parziale” e “volontaria” fino a un massimo del 29,9% compresa la quota di assegnazione di azioni per l’acquisizione di H3G Italia, ad un prezzo minio equivalente al Book Value di TI
pari oltre 1 euro per azione.

Questa operazione darebbe maggiori garanzie?
Certamente. Asati si opporrà a qualsiasi tentativo di eludere la questione della tutela degli
azionisti attraverso ipotesi di acquisizione diretta di quote Telco rivolta agli azionisti della stessa Telco.

Asati chiede un’assemblea straordinaria entro settembre. Per quale motivo?
Per modificare lo statuto sociale. A nostro parere va rimossa la norma che prevede che alla
lista “maggioritaria” siano assegnati i 4/5 dei consiglieri di amministrazione. La norma poteva avere un senso quando in un’azienda figurava un azionista con oltre il 40-50% del capitale, ma oggi non ha più ragione di esistere: oggi un azionista, con un 20% o anche meno governa una società, ponendo condizionamenti insopportabili per gli altri azionisti e favorendo conflitti di interesse per operazioni con parti correlate. Asati propone
inoltre l’introduzione di norme allineate ad un sistema di governo coerente con l’assetto
azionario a larga diffusione ovvero il cosiddetto statuto “duale” con l’introduzione del Consiglio Gestione e del Consiglio di Sorveglianza.
   
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