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Abolire la norma dei 4/5 dello statuto significa dotare Telecom Italia di una Governance a tutela di tutti gli azionisti.
Abolire la norma dei 4/5 dello statuto significa dotare Telecom Italia di una Governance a tutela di tutti gli azionisti.


29-01-2014  | Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

Al Presidente del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia dott. Aldo Minucci

Al Presidente del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia dott. Aldo Minucci
All’Amministratore Delegato di Telecom Italia dott. Marco Patuano
Al prof. Luigi Zingales, lead independent director , proff.ri Lucia Calvosa ,Massimo Egidi
Ai Consiglieri indipendenti in quota Telco ,prof. Fitoussi, ing. Mauro Sentinelli
Ai Consiglieri in quota Telco, Dott.ri Renato Pagliaro, Miccichè, Galateri di Genola,Tarak.Ben Ammar.
Al presidente del Collegio Sindacale prof. Bignami
p.c. dott. Bazoli, dott. Nagel, dott. Greco
p.c. Consob attenzione dott. Bianchi, prof. Vegas
p.c. Presidente del Consiglio on. Letta
p.c. Segretario Partito Democratico dott. Matteo Renzi
p.c. Segretario Nuovo Centro Destra Angelino Alfano
p.c. Coordinatori Forza Italia
p.c. Beppe Grillo per il Movimento 5 Stelle
Al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi
Alla VIII Commissione del Senato
Alla X Commissione del Senato
Alla IX Commissione della Camera dei Deputati

Oggetto: Abolire la norma dei 4/5 dello statuto significa dotare Telecom Italia di una Governance a tutela di tutti gli azionisti.

In riferimento al tema in oggetto da diverso tempo è in corso un dibattito sulle modalità del rinnovo del Consiglio di Amministrazione in scadenza con la prossima assemblea di aprile 2014.

L’assemblea del 20 dicembre ultimo scorso ha consuntivato i seguenti risultati:
1. una contrapposizione tra soci con il 47% di capitale contro un altro 43%
2. la bocciatura del candidato, proposto dall’azionista Telco per la sostituzione dell’ex Presidente Esecutivo;
3. la bocciatura dei due consiglieri proposti sempre dall’azionista di controllo Telco;
4. il consiglio ridotto a 11 Consiglieri, di cui a parte i tre consiglieri di minoranza , bisognerebbe chiedersi degli altri due se sono veramente indipendenti da Telco.

Questi risultati, associati alle operazioni della vendita dell’Argentina e del Convertendo, quest’ultima sottoposta solo ex post alle procedure con parti correlate , operazioni ancora all’attenzione della stessa Consob, dimostrano in maniera chiara ed inequivocabile che l’attuale Consiglio di Amministrazione composto da 4/5 del socio di controllo e da soli tre Consiglieri di minoranza non rappresenta assolutamente gli interessi di tutto l’azionariato della Societa’.

Dal momento che non è più possibile nell’interesse dell’intera compagine azionaria proseguire in questa discussione forte e vivace con continua contrapposizione tra azionisti di controllo, azionisti di minoranza e l’azionariato diffuso singolo, Asati propone una soluzione che potrebbe salvaguarda e non lede gli interessi di alcuno e che riportiamo di seguito.

• Numero dei Consiglieri: proponiamo di lasciare il numero a 15 perchè in un società ad azionariato diffuso con oltre 500.000 azionisti piccoli risparmiatori e almeno 20.000 azionisti dipendenti e in pensione, questo numero se ridotto sensibilmente non vedrebbe una rappresentanza di tutte le minoranze ma terrebbe fuori oltre il 30 % del capitale che oggi non è rappresentato nel consiglio solo per le complesse e farraginose regole della raccolta delle deleghe ostacolate anche dalle principali banche Nazionali. La riduzione del numero dei consiglieri sarebbe oggi una operazione antidemocratica perchè avrebbe l’obbiettivo ancora una volta di escludere l’azionariato diffuso, dopo che i vari azionisti di controllo che a valle della privatizzazione con solo il 6% del capitale (il nocciolo duro!), e a seguire il 19% (Olimpia,Bell) e poi il 22% di Telco,hanno goduto per oltre 15 anni del privilegio di una gestione con 4/5 dei consiglieri, gestioni che hanno creato la difficilissima situazione che oggi stiamo a consuntivare, depauperando quasi l’intero patrimonio iniziale dell’azienda.
• Alla lista che ottiene più voti si assegnano 8 consiglieri, gli altri 7 vengono scelti in maniera proporzionale ai voti avuti dalle altre liste;
• L’Amministratore Delegato è di nomina dell’azionista che ottiene più voti;
• Il Presidente deve essere di nomina delle minoranze;
• I due Comitati di controllo e rischi e di remunerazione devono essere attribuiti alle minoranze


La nostra proposta , conoscendo i patti pubblici tra i soci Telco, dovrebbe essere accettata anche da tutti gli azionisti della stessa senza alcun preconcetto perche’ non lede e intacca gli interessi di nessuno a meno che non esistano dei patti potenziali occulti che noi non conosciamo.
Analizzati i tempi ormai strettissimi relativi alla prossima Assemblea , analizzata la complessità per i numerosi argomenti all’ordine del giorno, avevamo proposto di convocare un’assemblea straordinaria a parte per la modifica dello statuto da tenersi prima di aprile. Se così non fosse la data della stessa comunicazione di convocazione deve essere fatta almeno 60 giorni prima dell’Assemblea , e non con i canonici tempi minimi di 40 giorni, per cui vi invitiamo senza indugio nello stesso CDA del 6 febbraio prossimo a prendere una decisione su quale nuovo statuto si dovrà deliberare e quindi successivamente nella stessa assise , come si voteranno le liste, e questo per dar tempo a tutti gli azionisti, di controllo, ai fondi esteri, alle minoranze e a tutti piccoli azionisti organizzati in Associazioni di organizzarsi per tempo anche per le opportune azioni di sollecitazioni del voto.
La nostra raccomandazione infine è quella di segnalarvi che se rimandate queste decisioni ad un ulteriore CDA nella terza settimana di febbraio o addirittura quello del 5 marzo già calendarizzato non potranno prevedere l’assemblea rispettivamente prima dell’ultima settimana di aprile o la prima di maggio p.v.

Ci appelliamo infine anche all’intera classe politica , in indirizzo, perché riteniamo che essendo TI una delle più grandi aziende strategiche del Paese, come avviene negli altri Paesi europei di avanguardia, La Francia e la Germania,i n cui si considerano FT e DT aziende strategiche, lo stesso Governo , il Parlamento, le Istituzioni si devono occupare anche di una azienda privata come la nostra. Il futuro del Paese passa attraverso la larga banda, come dimostrano gli obbiettivi dell’agenda digitale Europea al 2020 e l’unica rete che può dare sviluppo all’intero Paese, la NGAN in fibra ottica è quella di TI e dal momento che un esproprio della rete è impensabile ne discende che il futuro della Governance della Società è di interesse anche dell’intero sistema politico finora, tranne rarissime eccezioni, completamente assente con un silenzio assordante.
Tra l’altro nelle date 27,29 e 30 ottobre scorso nonché il 24 gennaio u.s. Asati ha scritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio Enrico Letta chiedendo di rendere pubblico il contenuto del colloquio avuto con il dott. Alierta e gli eventuali impegni assunti. Richiesta a cui non è stata fornita alcuna risposta. Successivamente il 20 novembre us, ASATI ha incontrato il Sottosegretario Patroni Griffi che ha recepito le nostre richiesta ma ad oggi non ha dato alcun seguito nè risposta.
Nell’apprendere nei giorni scorsi dai giornali che il Ministro Zanonato avrebbe incontrato alla Farnesina i il José Manuel Soria Ministro delle TLC in Spagna il quale ha affermato ”di aver avuto importanti rassicurazioni anche oggi sulla rete di TI”,Asati ritiene incredibile che Alierta oltre a controllare già TI, potenzialmente domini anche la gestione stessa della Società mentre la politica estera dell’Italia, rappresentata dall’attuale Governo risulterebbe da queste dichiarazioni in mano agli Spagnoli.
Ora finalmente abbiamo capito il silenzio assordante del Presidente del Consiglio con un “no comment” alle nostre richieste.

Roma, 29 Gennaio 2014
Per Asati
Il Presidente
Ing. Franco Lombardi
   
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