Il presidente della compagnia Tlc torna sul tweet del vicesegretario di Palazzo Chigi, che ha polemizzato sulla fibra ottica. Senza la solidarietà espansiva potrebbero non scattare le assunzioni promesse con il Jobs Act
MILANO - Continua il botta e risposta tra il governo e Telecom Italia, impegnati nella partita della banda larga per la quale l'esecutivo spinge e che - per il momento - vede l'antagonismo tra gli operatori prevalere rispetto allo sviluppo di un piano comune che Palazzo Chigi auspicava. Da un lato, l'ex monopolista ha il suo progetto misto fatto di fibra e rame, dall'altra c'è Metroweb, con il placet del governo che vorrebbe la fibra fino a ogni casa.
Oggi è il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi, a tornare sul tweet del vice segretario generale di palazzo Chigi, Raffaele Tiscar, che ha polemizzato proprio sulla scelta della rete in rame piuttosto che quella in fibra: secondo Recchi, "offende i 53 mila dipendenti di Telecom". Il commento di Tiscar, ancora per il presidente della società Tlc, è "emotivo e fuori luogo". "Twitter dà spazio ai commenti più disparati - ha detto ancora a margine di un convegno - se dovessimo commentarli tutti... Comunque fa pensare che rappresentanti delle istituzioni possano lasciarsi andare a commenti che trovo emotivi e fuori luogo. Chi decide di andare su Twitter, lo fa con un suo stile", il suo punto di vista.
In ogni caso, Telecom "aspetta con ansia che si sblocchi il decreto", ha detto ancora Recchi in riferimento al dl Comunicazioni. "Sono certo che il governo farà una operazione che tenga conto di un mercato competitivo con regole uguali per tutti a beneficio del Paese stesso", ha precisato in risposta alla domanda sull'atteso testo che, secondo alcune bozze circolate, prevede incentivi 'preferibilmente' per gli operatori non verticalmente integrati. "Sarebbe un peccato, un'occasione persa per il paese, se non si incoraggiassero a investire operatori come noi, con un piano di investimenti, pari a 10 miliardi così grande".
Recchi ha parlato anche del piano industriale della società, un altro campo nel quale montano le schermaglie con il governo: "Il nostro impegno è di assumere 4mila persone per rinnovare il capitale umano", ha detto in riferimento all'annuncio fatto a suo tempo ai sindacati, quando si disse che proprio il Jobs Act avrebbe smosso le acque. Ma oggi Recchi ha precisato: "Bisogna che le leggi accompagnino lo sforzo dell'azienda, se le leggi non sono adeguate non possiamo fare cose impossibili, ci sarebbero 4.000 posti persi", rispondendo ai giornalisti che lo interrogavano sul rischio che non ci siano, nei decreti attuativi della riforma del lavoro, le coperture per finanziare la solidarietà espansiva necessaria ad aziende come Telecom Italia per attuare le assunzioni promesse. "Perdere l'opportunità - ha aggiunto Recchi - di 4mila nuovi talenti lo trovo deleterio per il Paese e per noi". Telecom non è la sola azienda interessata alla solidarietà espansiva, ma è quella che ha messo in campo il maggior numero di assunzioni.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'amministratore delegato, Marco Patuano: "Confermo la volontà di attuare ricambio occupazionale, ma dobbiamo rallentare" in attesa delle decisioni del governo "continuiamo a collaborare con il governo per strumenti innovativi. Quest'anno non faremo zero assunzioni, ma qualcosa in più". |
.jpg){kind=logo}
