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ASATI-TELECOM: Lettera aperta al Presidente del Consiglio on. Enrico Letta /C
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26-10-2013  | Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

Dall’incontro che potrebbe avvenire il prossimo lunedi 28 ottobre Asati si attende la comunicazione che siano stati presi due impegni inderogabili.

Lettera al Presidente del Consiglio on. Enrico Letta
all’Amministratore Delegato di Telecom Italia Dott. Marco Patuano
Dall’incontro che potrebbe avvenire il prossimo lunedi 28 ottobre Asati si attende la comunicazione che siano stati presi due impegni inderogabili.
L’Amministratore Delegato di Telecom, Dottor Marco Patuano, deve anzitutto chiarire in maniera esaustiva i reali problemi della Società in cui si trova oggi anche per la strategia attuata da Telefonica da quando è entrata nell’azionariato di Telco (dicembre 2007) cosa che Asati ha puntualmente rimarcato in tutte le Assemblee della Società, svolte dal 2008.
L’essersi sempre opposta allo sviluppo di Telecom Italia da parte dell’operatore spagnolo, impedendo ogni intervento di immissione di nuova risorse economiche, anche attraverso un aumento di capitale riservato (con un intervento della CDP o di altri azionisti interessati alla Società), che avrebbe permesso un riavvio in misura consistente degli investimenti sull’accesso a banda ultralarga nelle reti fisse di nuova generazione in Italia, ha determinato i problemi di stallo o meglio di regresso del Paese oggi a tutti noti. Questo arretramento si è soprattutto evidenziato nel posizionamento nell’Agenda Digitale dell’Italia: negli ultimi posti a livello mondiale e ancor più grave nelle statistiche sulla diffusione della banda larga tra gli Stati Membri della Comunità europea.
La presente situazione è, in misura non marginale, la diretta conseguenza della strategia iniqua di Telefonica, mirata da un canto a non diluire la propria quota azionaria in Telco e al contempo a perseguire prevalentemente (o esclusivamente) interessi di dismissione degli asset di Telecom Italia in Argentina e in Brasile per eliminare un competitor ingombrante. Asati non vorrebbe che la nostra Società sia costretta a trovare risorse (ossigeno!), indispensabili a investimenti nella rete nazionale già impoverita dalla spoliazione attuata delle gestioni precedenti - per far fronte al debito con operazioni non redditizie per la stessa azienda. Non si dovrebbe trovare, nella necessità di garantire il servizio, di dismettere ad esempio ulteriori altri asset quali ad esempio le torri per le stazioni radio con l’eventuale impegno di doverle riprendere in affitto con quindi maggiori oneri economici in futuro. Ci preme in particolare sottolineare che con questa vendita le risorse economiche che si otterrebbero per ridurre il debito pregresso sarebbero di entità marginale e quindi non comprensibili.
Il Presidente del Consiglio, dovrebbe informare l’opinione pubblica e, in particolare gli azionisti, sulle azioni intraprese e in particolare se ha già avuto contatti con il Presidente di Telefonica, Cesar Alierta, solo magari di tipo informale e a distanza (per telefono) o per interposta persona. Questa notizia, infatti, costituisce finora un enigma che non può essere tenuto celato, visto che l’orientamento del nostro Governo su questa partecipazione o meglio purtroppo acquisizione ostile ha una notevole influenza sul valore del titolo nel mercato e sul valore di tutto il comparto legato agli sviluppi delle TLC nel medio-lungo termine. Tale orientamento potrebbe avere una diretta influenza su tutti i singoli azionisti risparmiatori, 500.000( che non hanno logiche speculative), sul livello occupazionale 180.000 persone, sulla capacita’ del Paese di dotarsi di una infrastruttura strategica adeguata e anche sulla ricerca e sviluppo in un settore altamente tecnologico.
Desideriamo soprattutto richiedere che il ruolo che intende svolgere in futuro Telefonica in Italia
Visto che l’operazione fino ad oggi prospettata con il rinnovo dei patti Telco non porta nemmeno un euro di incremento finanziario nelle casse della societa’ ma solo potenziali dismissioni e riduzioni di investimenti nel mercato domestico , non si traduca in una nuova perdita per il tessuto industriale dell’Italia .
Ci aspettiamo infine sia dal Presidente del Consiglio sia da TI un comunicato a valle dell’incontro tenuto presente la rilevanza del tema trattato.

Roma, 26 ottobre 2013

per ASATI
Il Presidente
Ing. Franco Lombardi
   
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