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Lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi
Lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi


02-07-2015  | Allegato Lettera aperta a Renzi del 02_07_2015.pdf Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

L’ingresso di CDP su TI non e’ piu’ rinviabile soprattutto nell’interesse del Paese : rete nazionale, Sparkle, Inwit, Tim Brasil assets strategici del Paese.

Lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi

Oggetto: L’ingresso di CDP su TI non e’ piu’ rinviabile soprattutto nell’interesse del Paese : rete nazionale, Sparkle, Inwit, Tim Brasil assets strategici del Paese.

Asati, dopo aver augurato buon lavoro al Presidente Bollorè e aver letto le dichiarazioni del Ceo di Vivendi, esprime serie preoccupazioni circa la effettiva strategia che il nuovo azionista di riferimento Vivendi intende seguire in America Latina, con particolare riferimento alla possibilità di influire sulla potenziale vendita di vendere Tim Brasil.

Si riproporrebbe una scelta strategica non riuscita neanche a Telefonica, che penalizzerebbe fortemente il business di Telecom Italia in quanto Tim Brasil ancora oggi rappresenta una rilevante e decisiva fonte di crescita, in grado di compensare il declino dei ricavi e dei margini sul mercato domestico .
Una scelta strategica che si collocherebbe in un contesto nazionale in cui il nostro Paese si è posto l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle reti di nuova generazione, riguadagnando posizioni nel confronto internazionale, e’quella del Piano di Telecom Italia che, è bene ricordare, è l’unico in grado di permettere all’Italia di raggiungere concretamente gli obiettivi infrastrutturali dell’agenda digitale europea (copertura della popolazione con una connettività ad almeno 100 Mbps per il 50% delle famiglie, garantendo al contempo almeno 30 Mbps al 100% della popolazione), di cui TI da sola a fine 2015 e fine 2017 raggiungera’ rispettivamente il 45% e il 75% delle abitazioni.

Un Piano sfidante che prevede investimenti in Italia, nel triennio 2015-2017, pari a circa 10 miliardi di euro, di cui circa 5 miliardi dedicati esclusivamente alla componente innovativa, con l’obiettivo, al 2017, di raggiungere il 75% della popolazione con la fibra ottica e oltre il 95% della popolazione con la rete mobile 4G.
Il Governo, quindi, dovrebbe richiedere garanzie al nuovo azionista di riferimento sulle strategie che intende seguire, anche perché le infrastrutture di Telecom Italia rappresentano un asset strategico ai fini della sicurezza e difesa nazionale ed il Governo può esercitare poteri speciali proprio per la tutela di questo asset per gli interessi nazionali.

Asati valuta positivamente lo sforzo finora compiuto il Governo con la definizione della Strategia italiana per la banda ultralarga, con la previsione di un massiccio contributo pubblico per agevolare la realizzazione delle reti a banda ultralarga e di un pacchetto di norme mirate alla semplificazione amministrativa per la posa della fibra ottica.

Ma il cantiere per la banda ultralarga sembra essersi impantanato: il Governo prevedeva addirittura l’avvio dei primi bandi di gara agli inizi del 2015, ma gli operatori sono ancora in attesa delle misure attuative che stanno incontrando forti perplessità da parte del Ministero dell’Economia e della stessa Commissione europea.
Ma il tema caldo rimane ancora e soprattutto quello del rapporto pubblico-privato, tra Telecom Italia e Metroweb, un rapporto che richiederebbe l’intervento diretto del Presidente Matteo Renzi, tenuto conto dei passati e molteplici tentativi non andati a buon fine per raggiungere un accordo tra le parti.
Oramai si è ben consapevoli che senza l’apporto decisivo di Telecom Italia il nostro Paese non potrà raggiungere gli obiettivi dell’Agenda digitale europea, che un investimento mirato a realizzare due reti di nuova generazione in sovrapposizione risulterebbe insostenibile e del tutto inefficiente, che una sola infrastruttura sovvenzionata dal contributo pubblico danneggerebbe gli investimenti privati, distorcendo palesemente la concorrenza.

Bisogna, quindi, promuovere le più efficaci sinergie tra il pubblico ed il privato ed una strada da seguire potrebbe essere quella, dell’entrata di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di Telecom Italia, con una percentuale almeno del 10%.. Tale significativa presenza servirebbe oltre che accelerare la realizzazione della rete a larga banda nazionale, tanto auspicata dal governo anche a vigilare su potenziali possibili speculazioni finanziarie del nuovo azionista di riferimento come ruolo di garanzia. D’altronde anche Andrea Guerra, consulente del premier Renzi, come riportato dai mass media in data odierna,ha ricordato come Deutsche Telecom e Orange siano partecipate dalle rispettive CdP. Una scelta, quindi, già seguita da autorevoli ex incumbent.

Asati, quindi, auspica che l’intervento del nuovo azionista di riferimento Vivendi non sia mirato ad operazioni di speculazione finanziaria, bensì sia mirato alla creazione di valore per la società, ad incentivare uno sviluppo delle infrastrutture coerente con gli obiettivi di crescita digitale e di net economy, al mantenimento di assets strategici, non solo per la societa’ ma anche per l’intera sicurezza nazionale oggi di notevole importanza quali la rete nazionale e quella internazionale di Sparkle , assets che non possono assolutamente essere gestiti da interessi di altri Paesi. Tra l’altro la notizia di oggi che JP Morgan avrebbe acquisito un contratto finanziario con Telefonica di equity swap sul 7% del capitale ( operazione imposta dalle autorita’ Brasiliane) possa potenzialmente votare in Assemblea, e con chi?.., dovrebbe ulteriormente destare una particolare attenzione e preoccupazione da parte del Governo sui temi sopra esposti.

Per Asati
Il Presidente
Ing. Franco Lombardi
Roma 2 Luglio 2015
   
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