I manifestanti si sono divisi in tre cortei: a Santi Apostoli, a corso Italia e tra piazza Barberini e largo Chigi. Pesanti le ripercussioni sulla circolazione, in una giornata che vede già lo stop per i diesel
Protesta dei lavoratori Tim in pieno centro. In contemporanea a manifestazioni che si stanno svolgendo in altre città italiane, alcune centinaia di dipendenti della compagnia di telefonia, divise in tre cortei ai quali hanno aderito diverse sigle sindacali, sono scese in piazza in tre diversi punti della Capitale: Slc e Cgil a Santi Apostoli, Ugl a corso Italia, vicino alla sede Telecom, e i Cobas tra piazza Barberini e largo Chigi, in un percorso che si è snodato lungo via del Tritone e Santa Maria in Via.
La protesta è stata preannunciata e in tutti e tre i cortei c'è un vasto spiegamento di forze dell'ordine, che stanno seguendo lo svolgersi della manifestazione. Per il momento, comunque, tutto si sta svolgendo in maniera ordinata e regolare. Pesanti, però, le ripercussioni sul traffico in centro, che è andato in tilt. Un caos che aggrava quello già causato dal blocco della circolazione per le vetture diesel a causa dello smog.
I lavoratori Tim, si legge in un volantino delle associazioni sindacali, "scendono in piazza per manifestare la loro contrarietà verso una politica aziendale che non tiene contro del lavoratore, ma si limita a guardare i numeri". In particolare, la protesta è contro i tagli che vengono fatti "partendo dal basso, metre ai piani alti vengono elargiti premi ai dirigenti", contro la "minaccia delle esternalizzazioni del lavoro perché altrove costa meno", contro il "divario della prestazione richiesta e retribuzione del lavoratore".
I sindacati ricordano che negli ultimi anni "per salvaguardare l'occupazione in azienda sono stati applicati contratti di solidarietà a più di 30.000 dipendenti, i salari sono diminuiti del 105 per cento e con l'avvento della nuova dirigenza l'azienda chiede ulteriori sacrifici sia a livello salariale sia di diritti consolidati negli anni".
Nel frattempo, però, Tim smentisce l'ipotesi di esuberi all'interno della società e l'avvio di procedure conseguenti. "L'azienda - si legge in una nota - ha più volte ribadito alle organizzazioni sindacali la volontà dell'attuale management di salvaguardare il perimetro organizzativo e di gestire le eccedenze produttive attraverso processi di formazione e riqualificazione professionale che porteranno a un più efficace impiego delle competenze dei singoli, consentendo l'internalizzazione di attività ad alto valore aggiunto e il potenziamento delle attività legate al core business aziendale".
Allo stesso tempo, è stato avviato un confronto con le organizzazioni sindacali "finalizzato
- continua la nota di Tim - alla ricerca di soluzioni che consentano di adeguare le previsioni dell'accordo del maggio del 2008 alle mutate condizioni di mercato e alla conseguente esigenza di migliorare i livelli di servizio per la clientela anche nella prospettiva, in particolare, di condividere misure e soluzioni normative a sostegno degli inevitabili progetti di riqualificazione e riposizionamento professionale, funzionali a nuova occupabilità aziendale sostenibile". |