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Rassegna Sindacale

13-12-2016  | Link http://www.rassegna.it/articoli/tim-non-risponde-lavoratori-in-sciopero Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

Otto ore di stop e manifestazioni contro la disdetta unilaterale dell'integrativo e l'assenza di un piano industriale. Cortei in numerose città, massiccia la partecipazione. Slc Cgil: "Ora azienda e governo si assumano le proprie responsabilità"

Grande adesione allo sciopero di oggi dei lavoratori Tim, con partecipazione superiore al 70%, con punte del 90% in alcuni settori e sedi. Lo afferma la Slc Cgil a fine giornata. A questi dati "si affiancano manifestazioni in tutta Italia cui hanno partecipato migliaia di lavoratori". Così Marco Del Cimmuto, segretario nazionale. Con questa protesta, spiega, "i dipendenti di Telecom Tim hanno inteso urlare il proprio forte 'no' a chi considera i lavoratori un mero costo da comprimere o un apparato da rottamare.

Da parte sua, Tim deve abbandonare "questa scelta sbagliata e controproducente - prosegue il sindacalista -. Ritiri l'atto di disdetta dell'integrativo e metta con i fatti e non con le parole al centro la valorizzazione delle risorse umane, vero asset strategico dell'azienda. Le parole sono importanti ma i fatti sono determinanti". Bisogna aprire un tavolo sulle prospettive: "È ormai necessario - aggiunge - avviare un confronto a 360° sul futuro dell'azienda: e su questo pesano anche le scelte del governo circa il settore delle Tlc e gli imminenti pronunciamenti dell'Agcom, che determineranno i prossimi scenari del settore e di Tim".

LA GIORNATA

Migliaia di lavoratori in piazza oggi (martedì 13 dicembre) per lo sciopero generale di otto ore. La mobilitazione, cresciuta nelle scorse settimane con astensioni da lavoro e presidi territoriali, è stata indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto di settore, scaduto da due anni, e per l'integrativo, disdettato a settembre dall'azienda. In tutta Italia si sono tenute manifestazioni a livello regionale e interregionale, da Aosta a Palermo, che hanno visto una grande partecipazione.

A Milano erano oltre 1.500 i lavoratori Tim arrivati da tutta la Lombardia. Partiti da Piazza Affari, hanno percorso il centro cittadino per concludere il corteo in via Pantano, davanti alla sede di Assolombarda. A Cagliari, circa 400 dipendenti provenienti da tutta la Sardegna hanno manifestato per le vie del capoluogo e di fronte al palazzo del Consiglio regionale (in via Roma), dove una delegazione ha consegnato al presidente dell'Assemblea sarda Gianfranco Ganau il un dossier sulla vertenza, con particolare riguardo alla situazione nell'isola. Tre concentramenti hanno invece interessato il centro di Roma (in piazza Santissimi Apostoli, nei pressi della sede Telecom di corso d’Italia e in piazza Barberini), con la partecipazione di centinaia di persone. A Genova i manifestanti hanno incontrato numerosi esponenti del Consiglio regionale della Liguria, che per l’occasione è stato temporaneamente sospeso.

Un migliaio di lavoratori in piazza anche a Torino, per la manifestazione regionale del Piemonte, con un corteo da via Verdi a in piazza Palazzo di Città, nel centro del capoluogo. Diverse centinaia i lavoratori scesi in piazza a Bologna: la manifestazione è partita da piazza XX Settembre per concludersi sotto le Due Torri; per il coordinatore Slc Cgil Emilia-Romagna, Giuseppe Ledda, "Telecom per la prima volta ha deciso di non presentare il piano industriale e di disdettare tutti gli accordi sulla contrattazione di secondo livello. Per noi questo è inaccettabile, c'è un arretramento sui diritti e anche sul salario, già in questi anni falcidiato dai contratti di solidarieta". Grande la partecipazione anche al corteo di Palermo: la manifestazione è partita da piazza Verdi (davanti al Teatro Massimo), si è snodata per via Maqueda, corso Vittorio Emanuele e piazza Indipendenza, fino ad arrivare sotto la sede della presidenza della Regione Sicilia. Massiccia l'adesione anche ad Ancona, dove sono confluiti i lavoratori delle Marche: "Siamo scesi in piazza - ha commentato Franco Sturani, segretario regionale Slc Cgil - fermare lo scempio provocato dal management Telecom che senza un chiaro piano industriale sta puntando al taglio drastico dei costi attraverso principalmente la riduzione di salario, tutele e diritti dei lavoratori" .

"Ormai le condizioni economiche delle lavoratrici e lavoratori sono allo stremo e quelle gestionali dell’azienda alla deriva anche grazie alla disdetta unilaterale da parte di Tim degli accordi integrativi aziendali del 14 e 15 maggio 2008", spiega in una nota la Slc Cgil. Ma i sindacati individuano anche altre ragioni "sostanziali" per lo sciopero: l’assenza di un coerente piano di sviluppo aziendale su Rete, Caring, Commerciale, Staff ed Information Tecnology.

"Il correttivo per il mancato pagamento del PDR del giugno 2016 ed un vero e reale premio di risultato che redistribuisca i risultati dell’azienda (vedi le ultime due positive trimestrali) sono punti imprescindibili - afferma ancora la Slc Cgil - Aumentare la produttività non è una finalità che spaventa se esiste una solida, chiara e coerente logica produttiva ed organizzativa ma purtroppo ad oggi queste condizioni non le riusciamo a focalizzare. Il miglioramento della produttività non si persegue mediante la sistematica destrutturazione dei diritti individuali e collettivi bensì con un credibile piano di investimenti produttivi e di valorizzazione delle professionalità".

Dunque, il sindacato chiede un “sano” coinvolgimento dei circa 50.000 dipendenti che il Gruppo Tim - quinta realtà industriale del paese - occupa in Italia. "Lavoratori che - sottolinea - sono decisi a difendere l'azienda con tutte le loro forze da mere azioni speculative finanziarie e da attacchi ai loro diritti. "In questi giorni - aggiunge la Slc Cgil - grandi manifestazioni di dissenso hanno percorso trasversalmente tutta l’Italia dal profondo nord al profondo sud, i media sono zeppi di immagini di piazze invase dalle lavoratrici e lavoratori di Tim e da striscioni di protesta contro le politiche dell’Azienda sui costi del personale. I vertici dirigenziali e gli azionisti di riferimento di Tim, dopo lo sciopero nazionale del 13 dicembre, decidano che strada intendono percorrere - conclude la Slc Cgil - sapendo che i diritti e le tutele acquisite in questi anni non si possono superare con un colpo di spugna".

   
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